Tra la fitta vegetazione della Nuova Zelanda si nasconde un maleodorante e paffutello pappagallo.
I maori lo chiamano “pappagallo gufo” per la caratteristica fenotipica del disco facciale (tipico appunto dei gufi),per le sue abitudini notturne, forte della sua straordinaria vista e per il becco largo. Il Kakapo.
Il Kakapo è un pappagallo erbivoro e la sua alimentazione si basa prevalentemente di frutti di rimu (conifera endemica della Nuova Zelanda).
Di giorno si nasconde a terra perché incapace di volare a causa del peso, che si aggira tra i 3 a e 5kg. Questa particolare caratteristica unica nel suo genere, lo rende però una facile preda non solo da parte di altri uccelli ma anche da cani, gatti, topi (che sono stati nel tempo importati dai coloni) senza dimenticarci dell’uomo che lo preleva dal suo habitat per “esporlo” in zoo o collezioni private.
La maturità sessuale nel maschio avviene a cinque anni,mentre nella femmina avviene a nove/undici anni.
Nel periodo di riproduzione, ogni 2 o 5 anni, il maschio gonfia il suo piumaggio ed esegue dei suoni a cadenza regolare, simili a scoppi di palloncini (boom) e successivamente una specie di “ching”, questo per avvertire la femmina della sua disponibilità ad accoppiarsi ed essere localizzato.
Una volta avvenuto l’accoppiamento, meno della metà delle uova deposte saranno fertili a causa della troppa consanguineità.
Tutto ciò, capirete bene,rende molto difficile la sopravvivenza di questa specie. Ecco che alcuni ricercatori attraverso la tecnologia e la supervisione 24h su 24h di alcuni soggetti in natura, sono arrivati a ribaltare l’imminente estinzione, e nel 2019 si sono registrate 252 uova totali di cui 85 schiuse e 71 piccoli sopravvissuti.
Grazie anche al sequenziamento del genoma del Kakapo per completare la mappa genetica della popolazione si è potuto diversificare l’inseminazione artificiale permettendo a questa specie di prosperare le foreste della Nuova Zelanda.